Gott mit uns (Dio è con noi)

Oggi risulta davvero difficile comprendere le ragioni della guerra e, ancora di più, immedesimarsi nella miseria e nel terrore di chi l’ha vissuta in prima persona.

Leggere testimonianze e ricordi dell’epoca, così come testi più rigorosi a carattere storico sugli accadimenti del primo conflitto mondiale, può servire a capire. Ma più di tutto, dà il pieno senso della tragedia visitare le fortificazioni e i campi di battaglia, infilandosi in quei luoghi claustrofobici, invasi dal fango e dall’oscurità. Percorrere fisicamente i labirinti di trincee e cunicoli, scavati nella roccia, che sprofondano giù, sotto le cime dei monti. E, ancora, immaginare quello stesso dedalo ricavato nel ghiaccio, alle quote più elevate. Tutto questo per proteggersi dalle pallottole del nemico, dai bombardamenti incessanti, e, non ultimo, dal gelo tremendo dell’inverno.

A me è servito anche partecipare ad alcune letture e rappresentazioni teatrali, proposte durante la scorsa estate numerose da vari enti della Provincia di Trento. A volte, questi eventi hanno avuto luogo proprio dentro qualche fortificazione austro-ungarica del ’15-’18, ristrutturata e reinventata per farci oggi memoria e cultura di pace.