Spartaco

Spartaco ha novant’anni tondi e il cappello d’alpino portato fieramente in testa. Nonostante l’età, è qui sulla cima del monte Nangià Grom, in Valle di Gresta, uno dei più importanti presidii dell’esercito austro-ungarico sul fronte trentino meridionale.

Recuperato e valorizzato egregiamente dal Gruppo Alpini di Mori, il Nangià Grom è un posto interessante e adatto alla didattica, perché può essere facilmente raggiungibile da tutti, a due passi dal paesetto trentino di Manzano.

Il Museo della Guerra di Rovereto ci organizza visite guidate per istituti scolastici provenienti da tutta Italia, a cui spesso partecipa anche Spartaco.

L’alpino è lì ad accoglierli, quei giovani studenti, bramoso di raccontare loro di quelle potenti esperienze che furono la Prima e la Seconda guerra mondiale. E quei ragazzi, abituati a mondi virtuali, ascoltano le parole di Spartaco a bocca aperta, colpiti da quelle storie vere, di fame, paura e orrore, ma non solo.

“Pensate ai soldati della Prima guerra mondiale che erano qui, ragazzi della vostra età o poco più, costretti a combattere, con i proiettili che gli fischiano accanto… non stavano mica su Facebook a parlare con la ‘morosa’… Durante la Seconda guerra mondiale, poi, qui sopra passavano i bombardieri che sganciavano bombe. Le strade erano piene di truppe armate. Non avevamo libertà di movimento, né di parola. Bisognava scappare e nascondersi. Per anni abbiamo agognato la libertà e la pace… Alla fine sono arrivati gli americani. Siamo corsi a vederli che entravano in paese con i carri armati. Come nei film. Lì ho visto il primo uomo di colore della mia vita: ero talmente sbalordito che mi ha regalato chewing-gum e cioccolata…”.

Alla fine della giornata alcuni ragazzi abbracciano Spartaco con evidente commozione. Da quel fiero soldato, che porta il nome del gladiatore ribelle, si portano a casa una grande lezione: ci sono valori, come la pace e la libertà, che oggi sottovalutiamo e che vanno tenuti stretti. Le storie di Spartaco, raccontate fra le trincee e i bunker del Nangia Grom, hanno la forza della verità, che penetra nel profondo e lascia il segno.